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Because we have a word "language", we assume that there must be some corresponding entity for the word to denote. However, the linguist Saussure points out to us that ‘language is not an entity’. Defining something like ‘The English Language’ turns out to be a difficult task. Part of the problem is that the language has so many different aspects. We can view it as a social fact, as a psychological state, as a set of structures, or as a collection of outputs.

(Laurie Bauer, 2007).

J.R.R. Tolkien (1892-1973)

J.R.R. Tolkien era un insegnante di filologia all'Università di Leeds e poi di Oxford. Ciò significa che insegnava antico inglese e letteratura medievale. Era medievalista, un paleografo e, come mostrano i suoi scritti multiformi, anche un bravo "hobbitologo", o se si preferisce un antropologo.

In Inghilterra e Germania"filologia" era il termine che descriveva lo studio della struttura e dello sviluppo delle lingue fino all'inizio del XX secolo. John Peile (1838-1910) scriveva: "È la scienza che ci insegna che cos'è il linguaggio" (1877). In Inghilterra e Stati Uniti "filologia" oggi è solitamente ristretto allo studio dello sviluppo di specifiche lingue o famiglie linguistiche e in particolare a ricerche di fonologia e morfologia storica basate su documenti scritti. Il termine non è mai stato corrente negli Stati Uniti, tranne che in "New Philology" (cfr. il lavoro di James Lockhart) e "linguistica" è molto più comune. Lo scopo della Linguistica è lo studio scientifico delle lingue e ci sono, ovviamente, diverse scuole di pensiero. In italiano il termine "filologia" è molto più comune, ma ha un'accezione diversa e si riferisce principalmente alla ricostruzione di documenti letterari e alla loro corretta interpretazione e comprensione, limitatamente all'aspetto linguistico o con una prospettiva più ampia. 

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Quando si pone la domanda: "Quante lingue ha creato o costruito Tolkien", di fatto si sta chiedendo: "cos'è una lingua?". Se si considerano complessivamente tutte le ConLang a cui Tolkien allude nei suoi scritti pubblicati, si arriva a circa quaranta lingue, di cui oltre quindici lingue elfiche. Se però si prendono in considerazione le lingue costruite che hanno un vocabolario e regole grammaticali scritte, il numero scende a sedici. Tre conlang si situano al di fuori della Terra di Mezzo: naffarin, gautisk e fonwegian. Animalic e nevbosh, le prime due lingue ad uso personale utilizzate da Tolkien adolescente, sono di fatto crittosistemi dell'inglese. L'animalic è un'inglese in codice, anche se molto divertente da utilizzare con il suo sistema di sostituzione delle parole abbastanza semplice, e il nevbosh, anche se più più sofisticato, non si discosta realmente dall'inglese. Due conlang, nala lambe e mágol, hanno uno stato interno non chiaro. Undici lingue sono state usate nella Terra di Mezzo e realizzate per essa: eldarin (comune), quenya, goldogrin, noldorin, sindarin, telerin, lingua nera, khuzdul, adûnaic, sôval phare e taliska. A questa lista bisognerebbe forse aggiungere anche il valarin, di cui per ora si hanno solo poche parole. A complicare ulteriormente il quadro, diverse di queste lingue hanno anche dialetti, ad esempio gondoliniano, fëanoriano, sindarin settentrionale, adûnaic esiliaco, sôval phare settentrionale degli Hobbit, etc. Il numero esatto delle conlang è difficile da stabilire. Le lingue sono state spesso descritte in diacronia, con spiegazioni riguardanti una (più) vecchia versione della lingua, come antico noldorin, quenya antico, etc. Col tempo poi Tolkien ha cambiato la sua estetica linguistica personale e la sua visione di adeguatezza alla sua stessa creazione, complicando ulteriormente le cose. Le regole grammaticali del Qenya (sic.) del Libro dei Racconti perduti sono diverse dall'altoelfico del Signore degli Anelli. Queste ri—costruzioni sono distinte dai regolari cambiamenti diacronici che si sono susseguiti all'interno della Terra di Mezzo, sono esterne alle storie, e mostrano invece il cambiamento nella mente di Tolkien. Chiunque scriva di "inconsistenze" nelle lingue elfiche di Tolkien non le ha studiate adeguatamente.  

 

Pr. E. Kloczko

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